E chi era costei?
Siamo senza dubbio un simpatico gruppo di amanti della spada, ma certamente la memoria buona non e’ la nostra principale qualita’.
Un esempio? La CIK e’ nata nel 1988, dalla confederazione fra AIK e la neonata Fenike, sono quindi 20 anni che la nostra sigla esiste. Che qualcuno ne abbia parlato, che qualcuno abbia organizzato una festicciuola? Non mi pare affatto un anniversario imbarazzante (segno’ il riconoscimento del „vero“ Kendo Italiano a livello internazionale, in una drammatica – cosi’ si narra – Assemblea IKF a Seoul), quindi piu’ che pensare a un desiderio di oblio dei nostri maggiori, ritengo si tratti di una banale dimenticanza.
D’altra parte la CIK non solo tende a dimenticare se’ stessa, con ammirevole senso del distacco, ma talvolta dimentica anche persone che per il Kendo italiano hanno fatto molto, nei modi piu’ diversi.
Maria Grazia Passerella e’ una di queste e, visto che questo blog tratta di Donne del Kendo, mi sembra il caso di spendere due parole – invitando tutti a contribuire con commenti e ricordi! Creiamo una Storia del Kendo Femminile in Italia!
La nostra MGP da Novara era, quando ho cominciato a praticare e a muovermi in giro per il nostro piccolo mondo (stiamo parlando di 23 anni fa…), un faro luminoso. Il suo Kendo era molte leghe piu’ avanti di quello di tutte le donne italiane e sicuramente piu’ avanti di molti uomini.
Non tanto alta, all’apparenza timida, silenziosa, sullo shiajo era determinata ed efficace. Sapeva muoversi, sapeva soprattutto cogliere l’occasione con implacabile precisione. Era una marziana, in un mondo di signore e signorine (me inclusa) che cercavano in qualche modo di liberarsi della sensazione che il Kendo femminile fosse di serie B (che fosse un influsso subliminale dell’ambiente? Forse era proprio vero).
MGP vinceva sempre. Garette, Tornei e Campionati Italiani – quando non lo faceva, allora si’ che diventava un avvenimento (ricordo un’ovazione per Anna Donzelli, la vincitrice “a sorpresa” sulla marziana in un lontano Campionato Italiano a Bologna – forse il primo, certamente l’ultimo della mia vita). Come tutti i troppo vincenti, certamente non attirava grandi simpatie (forse era un po’ colpa dell’entourage controverso, eh, Leo?) – ma il primo risultato importante in un Campionato Europeo lo fece lei, ad Amsterdam nel 1989, arrivando terza ai primi Campionati Individuali Femminili (all’epoca non c’era posto per le squadre … o, meglio, non ce ne erano abbastanza!). Quando decise di intraprendere la carriera di mamma, appese la shinai al chiodo. Un vero peccato! Quante ragazze avrebbe ancora potuto ispirare!
Qualcuno dira’ “allora perche’ non ricordare le mitiche sorelle Turatello?” – perse nella nebbia del mito, devo dire di non averle mai conosciute. Eppure, anche loro hanno fatto parte di quella sparuta schiera di Donne del Kendo che davvero sono state pioniere. Se qualcuno ne volesse scrivere, sarei lieta di pubblicare!
E visto che di memoria corta si parla, vorrei spendere una parola per Antonia e Angela del Musokan di Bologna – erano considerate due “azzurrabili”, per usare il termine odioso che si usava in quei tempi di nocivi cinque cerchi, cioe’ potenzialmente adatte a fare parte della Nazionale. Erano le mie senpai e sicuramente me le davano di santa ragione, magari con una tecnica non proprio ortodossa, ma che in quei tempi era abituale. Non ce l’hanno mai fatta ad “azzurrarsi”, in tempi di Passarella... Chissa’ dove saranno ora? Hanno entrambe abbandonato tanto tempo fa.
Vorrei ricordare anche la mia amica Manuela Beghelli, co-fondatrice con Miranda Spisni e me dell’Itto Ryu Club di Bologna. Nazionale (e vincitrice del Good Will femminile di Barcellona nel 1992), 4o dan, aveva una eleganza naturale che assieme alla grinta l’avrebbe portata lontano… rimpiango ancora che abbia lasciato il Kendo – anche dovendo scegliere fra l’integrita’ del proprio collo e la continuazione della sua bella pratica: ho sempre ammirato la scioltezza e la facilita’ dei suoi progressi negli anni. Un vero peccato dover fermarsi!
Lucia Bramini, irriducibile Bergamasca, fu piu’ volte in Nazionale: faceva la giramondo del Kendo assieme a Patrizia Adosini e Silvia Pezzotta. Prima di un incidente causato da uno sconsiderato, era presentissima ed attiva. Oggi si dedica all’Aikido, ma anche il suo contributo non va dimenticato. Piu’ d’uno in giro per l’Europa (cito Wolfgang Demski e John Howell, che costantemente chiedono sue notizie e mandano i loro saluti) si ricorda bene il suo sorriso e la sua timidezza (fuori dal dojo…).
Una parola, l’ultima, pur sapendo che ho tralasciato tante altre Donne del Kendo del passato (ma, ripeto, l’invito per chi ricorda e’ di farsi avanti, di mandare foto e di scrivere!), la vorrei spendere per Anna Donzelli, del Mu Mun Kwan Milano. Allieva del Maestro Kim, ma carissima amica prima di tutto. Soffriva talvolta di emicrania (ma diciamo che non era sorprendente, vista la nota energia dei componenti del dojo…), ma la sua dedizione era straordinaria! Fare Kendo con lei era un’esperienza piacevole e impegnativa, aveva davvero tante possibilita’ di crescere. Ci scrivevamo lunghe lettere (niente e-mail all’epoca), raccontandoci le nostre avventure di Kendo, i nostri dubbi e le nostre speranze. Conservo ancora le sue lettere, ma purtroppo ho perso lei. Chissa’ se stara’ bene, se pensa ogni tanto a chi l’ha conosciuta con la shinai in mano, visto che ci sono stati tanti momenti belli. Spero proprio che sia cosi’.
martedì, aprile 08, 2008
venerdì, aprile 04, 2008
Colonia!
Visto che per lavoro mi sposto frequentemente dall'Olanda alla Germania, ovviamente cerco ogni occasione per praticare con gli amici. In particolare, a Colonia c'e Rene' Fuehren, vecchia conoscenza (abbiamo fatto Kitamoto 1995 insieme) e attualmente orgoglioso Team Manager della Nazionale Tedesca. Ma non e' certo l'unico amico: Roland Niewerth e' stato a lungo in Nazionale in passato, mentre Dominik Christ e' uno dei giovani leoni del presente. A Colonia si allena anche Monika Kraemer, 5o dan, che purtroppo non era presente a questo allenamento, ed anche lei e' stata membro della Nazionale. Che dire, un dojo davvero blasonato!
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