domenica, agosto 10, 2008

Elogio del Torikeshi

Le Olimpiadi imperversano su tutti i canali - saltello fra BBC e televisione olandese, si vede un po' di tutto: gli olandesi in particolare danno molto spazio al Judo.
Avendo praticato in gioventu', un po' di nostalgia mi rimane. Il mio maestro era il grande Otello Zanatta, che mi ha davvero insegnato tanto - e non solo nella tecnica. Nel mio dojo, il PGS Bellaria di Bologna, si allenava una futura pluri-campionessa del Mondo, nonche' argento e bronzo in due Olimpiadi: Emanuela Pierantozzi (che era peraltro all'epoca troppo giovane e leggera per combattere con me: io avevo si' e no 16 anni e lei cinque di meno).
Ho cercato di concentrarmi su un paio di combattimenti, per vedere se rammentavo qualcosa... dai miei tempi e' stato cambiato molto, per quanto nella mia carriera io abbia fatto una sola gara (vinta, per la cronaca... categoria 56 kg, da non credere!) e certo non posso definirmi una vecchia volpe del tatami.
Intanto, i judogi di colore diverso, bianco e blu, impensabili ai miei tempi: qualcuno potra' dire che nel kendo abbiamo i nastri, per distinguere i due shaisha, ma la scelta del judogi e' stata fatta piu' per il pubblico (o per la televisione), che per gli arbitri - due dei quali, nel judo, stanno seduti. Beati loro, si dira'. Niente affatto: tutte le volte che i combattenti si avvicinano troppo, gli arbitri devono saltare in piedi e spostare pure la sedia...
I miei ricordi di judo, come tutte le cose lontane, sono avvolti dalle nebbie del mito - il combattimento cominciava "prendendosi per gli stracci" e iniziando a lavorare... i combattimenti che ho visto in TV partivano tutti con una sorta di pugilato dei canguri, in cui entrambi cercavano di schaffeggiarsi le mani per impedire la presa. Quando finalmente la sceneggiata finiva, la postura era invariabilmente a 90 gradi: proprio quello che il maestro mi diceva di non fare. In termini di Kendo, sarebbe l'equivalente di stare in tooi-mawai ad un metro l'uno dall'altro: non si puo' essere attaccati, ma nemmeno si puo' attaccare. D'altra parte, chi vuole correre il rischio di fare del bel judo e perdere, quando miliardi di incompetenti ti guardano in televisione?
I saluti del judo non sono mai stati un capolavoro di etichetta - e per noi kendoka sembrano piu' dei cenni del capo, come si fanno a qualcuno che si vede da lontano... ma i salti le urla le capriole che il vincitore fa una volta che il tempo ha decretato la vittoria (magari per un misero koka, guadagnato per qualcosa che e' una parvenza di tecnica, ma non certo un ippon)? Avversario e arbitri stanno ad aspettare la fine della scena isterica e poi finalmente si riesce a concludere con un rei tirato via.
Provate a immaginare: subite un men-uchi valido e il vostro avversario comincia a balzellonare intorno a voi, magari si toglie il men, lo butta per aria, urla con occhi spiritati verso gli arbitri e verso la telecamera... e voi non avreste la tentazione di fargli uno tsuki direttamente sulla gola? in fondo, tutto quanto fa spettacolo!
Nel kendo, grazie al cielo, esiste il Torikeshi - e speriamo che il cielo ce lo conservi ancora a lungo.

1 commento:

Serena Castagnola ha detto...

Pur non conoscendo le tecniche di cui parli condivido la generale decadenza di alcune Arti che ormai sono diventate degli sport e basta.
Da forzatamente ex praticante di Wushu forse sono quasi felice che per questo stile sia stato fatto un torneo alternativo. magari evita di cadere nel banale.
Ora spulcerò un po' il blog visto che era mia intenzione avvicinarmi al kendo e allo Iaido a partire da quaet'anno :)