domenica, marzo 14, 2010

L'insopportabile prevalenza del kendo molesto

Sono stata molto orgogliosa del Kendo femminile a Novara. La finale, solo per citare il punto sommo della competizione, è stata molto bella. L'arte del debana kote, che sembrava perduta, sommersa da mazzate casuali o da traiettorie ricurve, si è dimostrata più viva che mai, grazie a Serena (e ad Angela). Una finale bella da vedere e bella da arbitrare. Ma a parte le eccellenze (stiamo parlando della finale), il Kendo femminile si è dimostrato ancora una volta immune da quello che sembra essere un malessere in via di espansione: il kendo molesto.
Per kendo molesto intendo il kendo dilatorio e pavido, fatto di mossette e di tsubazeriai cercati da kamae, senza nemmeno fare la finta di tirare un colpo valido - il kendo fatto di uno che scappa e l'altro che insegue, il kendo "furbetto", di chi cerca di evitare l'hansoku o il wakare mettendo su una specie di ballo di San Vito in giro per lo shiai-jo. Purtroppo, il kendo molesto sembra "pagare" - e si sta diffondendo dai kyusha agli yudansha. Di kendo molesto se ne è visto tanto, troppo, a Novara. Tutto maschile, deve essere detto. Si è dovuto aspettare gli ultimi incontri per vedere un atteggiamento più aperto, tattico, certamente non imprudente, ma sicuramente aggressivo. Arbitrare per due giorni certi capolavori di acrobazia difensiva non è stato divertente. Un bell'ippon arrivava come aria fresca, dopo tanti balletti.
Le Donne del Kendo italiano sembrano ancora immuni dal kendo molesto - speriamo che questo "sviluppo" tecnico non debba arrivare mai...

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